La chiesa S. Antonio Abate


La chiesetta di S. Antonio Abate è ubicata vicino al Duomo (nel cosiddetto “ghianu i Sant’Antoni” o “gghiazza”) ed è annessa ad un antico palazzo gentilizio (con buona probabilità appartenuto alla famiglia Mazzullo, vi nacque il fu cavaliere Luigi) di cui doveva farne parte giuridicamente. E’ a pianta longitudinale e presenta un altare centrale in stucco del XVII – XVIII secolo su cui trova posto un olio su tela del XVIII secolo, attribuito a Giuseppe Paladino raffigurante San'Antonio Abate. La facciata è prettamente barocca, presenta una corona in pietra, probabilmente emblema gentilizio, ed è sormontata da una torretta campanaria contenente una campana.

CURIOSITÀ E TRADIZIONE. Sant'Antonio Abate è pure il protettore dal fuoco; la campanella della chiesetta di Sant'Antonio infatti anticamente veniva suonata a mò di allarme in caso di incendio per richiamare la popolazione mandanicese che prontamente si precipitava nella piazzetta antistante per radunarsi e intervenire a spegnere l'incendio che molto spesso si sviluppava dalle scintille (i spisiddi) dei camini (i fuculara) nelle case allora costruite di solai e tetti in legno... oggi non accade più perchè ci sono mezzi e personale più all'avanguardia per allarmare e domare gli incendi oltre che non vi sono più le abitazioni di un tempo!
Interno della chiesetta con l'altare

La campanella della chiesetta di Sant'Antonio veniva suonata solamente in caso di incendio e nei giorni a ridosso della "festa" del santo... mai veniva suonava infatti durante il resto dell'anno nelle funzioni che si tenevano in quella chiesa per non allarmare inutilmente la gente che ovviamente avrebbe pensato all'incendio... questa usanza è rispettata ancora oggi, la campanella viene suonata soltanto nei giorni del triduo e il giorno di Sant'Antonio Abate e non durante il resto dell'anno... Durante i giorni del triduo e la festa di Sant'Antonio Abate si rinnova la tradizionale raccolta dell'olio d'oliva, che un tempo serviva per alimentare le numerose lampade a olio che illuminavano la chiesetta (si diceva infatti L'OGGHIU PA LAMPA DI SANT'ANTONI); oggi con l'avvento dell'energia elettrica l'olio che viene raccolto annualmente viene usato solo in piccola parte per alimentare le poche lampade a olio rimaste a testimonianza dell'antica usanza, il resto ha scopo benefico e caritativo.


8 giugno 2003, inaugurazione dopo il restauro
(archivio Enzo Mafale)
Antico Rosario che viene ancora oggi recitato e cantato nei giorni del triduo e della festa dal santo:
"Sant’Antoniu binidittu
vui in cielu siti scrittu
picchì Diu vi l’ha cumannatu
di cunsulari lu nostru piccatu.
Sant’Antoniu miu avvucatu
curuna d’oru ch’aviti a lu latu
vi l’ha datu la Mamma di Diu
fammi la grazia Antoniu miu.
Veni prestu e non tardari
Santu si chi lu pò fari
criatura e figghiolu di Diu
Sant’Antoniu custodiu miu. "

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